Dal Manifesto alle proposte
Inserimento lavorativo: ideologie, miti, inconsapevolezze. E possibili direzioni
L’ideologia di ritenere che basti il mercato a sostenere l’inserimento lavorativo di qualità. Il mito che basti sbandierare le buone prassi per rilanciare la cooperazione.
L’inconsapevolezza circa le evoluzioni dell’esclusione lavorativa.
Ma anche le proposte. Il Manifesto, oltre alle analisi, ha infatti sviluppato tre proposte, che sono dettagliate qui accanto. Sono condivisibili? Ve ne sono altre possibili? Su questo il dibattito è aperto, l’importante è che la discussione si svolga a partire da elementi fattuali e non da declamazioni di principio e che le proposte siano concrete e operative.
“Concrete e operative” non significa “già esistenti” né “conseguibili con il quadro normativo vigente”, altrimenti non sarebbero trasformative; ma significa fondate e argomentate, come crediamo che siano quelle sviluppate a partire dal Manifesto. Da queste proposte è utile ripartire, magari per migliorarle, per poi diffonderle nel dibattito culturale e politico.
Proposta 1 – L’impresa formativa per disoccupati in situazione di vulnerabilità non svantaggiati ai sensi della 381/1991
Oltre agli svantaggiati riconosciuti dalla 381/1991, le nostre cooperative incontrano persone fragili che non riescono ad avvicinarsi al lavoro. Le competenze maturale dalla cooperazione sociale possono essere messe a frutto con la nuova formula dell’Impresa formativa, collocando nel contesto di impresa attività formative accreditate e certificabili.
Proposta 2 – Un programma di inclusione e formazione per i lavoratori svantaggiati inseriti
Quali vie percorrere per rendere concretamente percorribile nelle cooperative di inserimento lavorativo una proposta che comprenda formazione, tutoraggio e accompagnamento dei lavoratori svantaggiati? Ecco alcune proposte concrete, che mettono insieme fonti diverse affinché tutto ciò sia sostenibile.
Proposta 3 – Lavori minimi di comunità
Sempre più norme richiedono ai beneficiari un impegno attivo in percorsi di integrazione sociale e di servizio alla comunità; ma se non si creano condizioni adeguate tutto ciò rimarrà lettera morta. Le imprese sociali possono essere i soggetti in grado di organizzare questi percorsi a beneficio delle persone inserite e dei territori in cui vivono.
Ragionamenti da Spello
L’incontro organizzato da CNCA dal 10 al 12 ottobre 2019 “COMPORRE. Terra, casa, lavoro e creatività” ha offerto l’occasione per approfondire alcuni contenuti del Manifesto per l’inserimento lavorativo. In particolare in una sessione di lavoro si sono approfonditi i temi dell’impresa formativa. Sotto sono disponibili le interviste a Caterina Pozzi e Georges Tabacchi mentre qui è possibile trovare l’intervento di Giovanni Zonin e i dati da lui citati in quell’occasione.
Spello 2019, Caterina Pozzi presenta il laboratorio sul lavoro
Spello 2019, Georges Tabacchi interviene sul tema del lavoro e dell’impresa formativa
Spello 2019, un bilancio del laboratorio sul lavoro
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